Una giornata al Centro Ceramico Sperimentale

di Audrey Kearns

Il 9 aprile ho avuto il privilegio di partecipare ad un laboratorio di ceramica presso la Scuola di Ceramica di Montelupo Fiorentino. Come studente di Storia dell'arte alla Stanford ho avuto la possibilità unica di studiare all’ estero, in particolare a Firenze e di svolgere il tirocinio presso la Scuola.

Montelupo, piccolo comune toscano a soli trenta minuti da Firenze, è rinomata per la produzione di ceramiche fin dal XIII secolo. La Scuola è all’interno del Centro Ceramico Sperimentale ed è situata nell’ex colorificio Colorobbia, dove si trova anche l’Archivio museo Bitossi. La mattina del mio quarto giorno di lavoro, la scuola era piena di studenti danesi desiderosi di imparare l'arte di lavorare l’argilla sul tornio e dipingere disegni su piccoli pezzi di ceramica e io, come studente di lingua inglese, ho partecipato a questa attività con loro.

Gli studenti danesi sono arrivati alle 9 del mattino e sono stati divisi in tre gruppi. Il primo gruppo ha iniziato con il tornio, il secondo gruppo ha modellato l'argilla con le mani e il terzo gruppo ha provato a decorare delle piccole piastrelle di ceramica bianca. Gli istruttori di modellazione e decorazione conoscevano bene l'inglese e per la sessione di tornio era presente un interprete. Ogni sessione è durata da un'ora a un'ora e mezza, una durata che inizialmente mi è sembrata un po’ scoraggiante.

Tuttavia, man mano che la sessione procedeva, questa durata ha permesso a ciascuno studente di acquisire un profondo senso di soddisfazione. La tranquillità della ceramica realizzata a mano consente una concentrazione totale e il tempo vola. Ho iniziato con il gruppo al tornio, e i miei capelli biondi e lo sguardo confuso mi hanno permesso di integrarmi bene con il gruppo danese. Ogni studente aveva una postazione prestabilita con un grande cilindro di argilla fresca, una ciotola d'acqua, una spugna, una spatolina ed il filo per tagliare l'argilla. Mi sono seduta sul tornio nell’ angolo della stanza, ed ho messo i piedi sui pedali per controllarne la velocità.

Dopo, ci siamo riuniti intorno all’istruttore che dimostrava come attaccare l'argilla alla ruota e le fasi iniziali della modellazione dell’oggetto. Mauro, maestro del suo mestiere, appassionato della sua arte, con la sua voce tonante e la sua gioia effervescente hanno fatto sembrare sentire ogni studente a proprio agio e ispirato. La facilità dei suoi movimenti e la destrezza delle sue dita suggerivano una vita intera a manipolare l'argilla e dopo la dimostrazione fatta da lui ho pensato fosse molto semplice creare un oggetto sul tornio. Dopo meno di tre minuti, aveva prodotto una bellissima brocca curva.

Ho subito dovuto affrontare più difficoltà del previsto con la mia argilla. Provavo a modellarla con le mani ma finiva in forme vaghe di ciotole bitorzolute e irregolari. Tuttavia, non volevo rinunciare, né Mauro me lo avrebbe permesso. La grande quantità di argilla disponibile mi ha permesso di lavorare continuamente e riavviare il progetto più volte senza paura. Mauro ha passato l'ora camminando tra uno studente e l'altro, consigliandoci e guidandoci nella creazione dell’oggetto.

Inizialmente faceva pochi complimenti ma alla fine, quelli che ci faceva ci facevano sentire ancora più speciali. Ed è stato per una buona ragione: tutti sono migliorati notevolmente, producendo ciotole o bicchieri, da presentare ai propri coetanei, di cui erano abbastanza orgogliosi. Anche io, che avevo meno esperienza rispetto alla maggior parte degli studenti più giovani, sono venuta via con due ciotole che non vedevo l'ora di portare a casa.

La parte successiva prevedeva un delicato decoro di pittura blu, nero e giallo tipico della maiolica di Montelupo: una ceramica invetriata dipinta a colori vivaci con fondo bianco prodotta principalmente nel XV secolo in alcune zone d'Italia.

Ci siamo seduti attorno ai tavoli ed a ciascuno è stata assegnata una mattonella bianca e pennelli. Sebbene gli studenti potessero dipingere qualsiasi cosa, la nostra l'istruttrice Veronica ci ha incoraggiato a dipingere una versione semplificata del decoro tradizionale di Montelupo con fiori blu, viti a spirale e frutti gialli. Altri vasi e piatti completati erano posizionati sui tavoli tra di noi e ci servivano da esempi e da modelli. Abbiamo iniziato ad abbozzare il disegno a matita, proseguendo con pennelli sottili per dipingere linee vorticose con vernice blu diluita. Veronica, come Mauro, ha seguito ogni studente, incoraggiandolo gentilmente ad aggiungere altra acqua alla propria o a rilassare la mano mentre il pennello depositava la vernice formando tralci di viti. L’insegnante mi ha aiutata a definire il contorno del mio fiore e introdurre ombre nel mezzo ogni petalo. Poi ha dimostrato come dipingere accuratamente la spirale di Montelupo.

Una volta terminato, le mattonelle sono state cotte, consentendo ai colori di intensificarsi rispetto al pezzo grezzo. Prima che potessimo cambiare gruppo, ho dovuto prendere il treno per tornare a Firenze per la mia lezione pomeridiana di italiano e non ho potuto partecipare alla parte di modellazione. Anche se ho partecipato solo al workshop per osservare le preferenze degli studenti di lingua inglese, sono stata così orgogliosa dei miei vasini che ho mostrato la foto che avevo scattato a molti dei miei compagni di classe. Il workshop è andato bene ed è filato tutto senza intoppi, soprattutto grazie ai tre istruttori che hanno dovuto tenere a bada più di trenta adolescenti. Gli studenti erano attenti e concentrati e non hanno avuto difficoltà con la lingua grazie all'abilità del traduttore.

Nonostante le diverse competenze e livelli di esperienza, ogni studente ha prodotto risultati finali impressionanti. C'era un profondo senso di soddisfazione nel vedere il prodotto finale di un lavoro fatto a mano e tutti inscrivevano con orgoglio le proprie iniziali sui vasi finiti. Gli studenti sono tornati a casa con vasi fatti a mano, un’esperienza più concreta con la ceramica e una migliore consapevolezza dell’importanza di Montelupo come capitale della ceramica toscana. È importante sottolineare che i ragazzi hanno trascorso il tempo ridendo, chiaramente divertendosi. Sono stata grata per l'introduzione alla ceramica e più consapevole della difficoltà della forma d'arte e dell'abilità necessaria per lavorare l’argilla che a volte si può dare per scontata. Ho trovato Montelupo attraverso il programma di stage di Stanford a Firenze, che ha iniziato una collaborazione con il Comune di Montelupo dopo che, durante l’inverno, gli studenti hanno partecipato ad una lezione ceramica che hanno ricordato in seguito, come un momento clou della loro esperienza di studio all'estero.

Visitare Montelupo è un’esperienza da non perdere, soprattutto per gli studenti americani. Le mura della città tempestate di ceramiche straordinarie e le strade sonnolente sono una tregua dall'affollata Firenze. Ci sono inoltre molte opportunità per imparare la produzione e la pittura della ceramica. Inoltre il Museo della ceramica, a pochi passi dal centro, ospita tre piani di ceramiche prodotte dalla fine del XIII secolo al XVIII secolo. Chiunque sia interessato all'artigianato storico o alla ceramica toscana deve approfittare dell'occasione per visitare la bellissima Montelupo.

2 Commenti

  • Aiden Moore

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