Claudio Campana

1. Presentati, parlaci di te e della tua attività

Mi chiamo Claudio Campana, artigiano. Da quattro anni porto avanti una ricerca trasversale su alcune delle tecniche della tradizione artigiana. Specializzato nella realizzazione di stampi mi occupo, in ambito ceramico, di prototipazione e realizzazione di complementi d'arredo e per la tavola realizzati in porcellana attraverso la tecnica del colaggio.

2. Quando ti sei interessato alla ceramica?

La ceramica è comparsa casualmente; già da un paio d'anni studiavo gli stampi per altre applicazioni, poi un'amica mi ha fatto notare le tante possibilità della formatura nel mondo della ceramica e da allora mi sono dedicato allo studio della disciplina.

3. Che corso hai svolto?

Per quanto riguarda la formatura mi sono specializzato al Sermig di Torino, dove ho imparato molte tecniche che gravitano attorno al mondo degli stampi. In merito alla ceramica, dopo un periodo di studi da autodidatta, ho approfondito il processo realizzativo nel corso di Tecniche di produzione per il design presso il Centro sperimentale di Montelupo.

4. Quando hai capito di voler apre un tuo laboratorio?

La necessità di aprire un laboratorio è nata appena finito il ciclo di studi. Bisognava trovare un modo per tradurre in forma le idee raccolte in quegli anni attraverso i linguaggi che avevo imparato durante gli studi. Avere uno spazio fisico dove immaginare e produrre è vitale.

5. Cosa facevi prima e perché hai cambiato?

Prima di aprire il laboratorio studiavo, il mio percorso è stato abbastanza lineare. Prima mi sono laureato in storia dell'arte a Bologna, per poi trasferirmi a Torino a studiare scultura all'accademia Albertina e finendo come già detto con la specializzazione in formatura presso il Sermig di Torino. Dopo di che si trattava di fare una scelta, cercare di lavorare per altri nel mondo delle belle arti, come assistente o in studi specializzati oppure, come ho scelto di fare, intraprendere un percorso individuale.

6. Il primo passo per aprire un laboratorio

Avere uno spazio fisico dove lavorare è fondamentale, sia nella pratica dell'esercizio che nella dimensione creativa. Ma il mio consiglio è di puntare innanzitutto al risparmio, soprattutto se si è ancora poco sicuri sul percorso da intraprendere, magari trovare uno spazio in condivisione dove possibile (il confronto fa bene) o una soluzione anche precaria purché garantisca un minimo di praticità. Credo sia fondamentale avere delle condizioni di partenza "leggere" in modo da poter cambiare e correggere strada facendo. Evitare nell'immediato grosse spese e investire tempo nello studio e nella comprensione di quello che si fa.

7. 3 Step essenziali per organizzare e mantenere un laboratorio

Credo che la gestione del proprio spazio di lavoro vari di persona a persona, ma per quanto mi riguarda ci sono delle basi imprescindibili:

• l'organizzazione spaziale dell'ambiente di lavoro che oltre a facilitare nella pratica il lavoro si riflette nell'ordine mentale, fondamentale;

• l’organizzazione e la divisione degli spazi per fasi di realizzazione ponendo attenzione alla collocazione degli attrezzi e ad eventuali contaminazioni tra diversi materiali;

• la gestione degli scarti dei processi, dalle acque agli smalti alle terre, gestione che in realtà offre molte soluzioni di recupero e quindi di risparmio ma che va organizzata.

8. Che consigli daresti ai ragazzi che vogliono aprire un’attività?

Per chi volesse aprire attività, mi sento di dare due risposte diverse. Per chi è incerto, non sa bene come e cosa sta facendo ma vuole farla, consiglio come già fatto di partire dal piccolissimo, uno spazio in condivisione, una stanza rimediata dove capita attrezzature al minimo e dedicare tempo allo studio e alla comprensione di ciò che si fa e si vuole fare. Diverso è il consiglio per chi è convinto e più consapevole, definite le vostre necessità e trovato uno spazio di lavoro adatto alla produzione, producete, tanto, sbagliate, rifate, specializzatevi. Cercate di definirvi, di trovare un'identità riconoscibile in ciò che realizzate. Poi lungo la strada ci sarà tempo di capire tutte le questioni legali, come vendere, come pubblicizzarsi etc...ma senza una produzione consapevole si fa poca strada.

9. Lo rifaresti?

La grande fortuna di un percorso come questo è che si è liberi di cambiare, non so se lo rifarei ma per ora è quello che voglio fare.

2 Commenti

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